UA-37556530-1 Yoga : l'autoguarizione dentro di noi - parte 2 | Blog | Studio Dentistico - D'Angelo & D'Antuono

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Yoga : l'autoguarizione dentro di noi - parte 2

Ci eravamo lasciati parlando di problemi posturali.

Cominciamo dunque a parlare di una soluzione non convenzionale, introducendo il concetto di chakra: essi sono degli snodi di energia che cortocircuitano tra di loro, organizzando una rete, un plesso di forza che “ corre “ attraverso il nostro corpo lungo la colonna vertebrale.
Nonostante l’assunto che la scienza non riconosca queste teorie (in quanto tale energia non è misurabile, ne tantomeno si possa definire la posizione di questi snodi), gli oltre 5 millenni trascorsi dal momento in cui la disciplina Yoga ha cominciato a professare le sue verità fa sorgere una legittima curiosità: ci sarà qualcosa di vero o perlomeno utile ?

Cerchiamo di effettuare una disamina colloquiale, con un’attenzione ad aspetti un pò più scientifici.

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Fisiologicamente parlando sappiamo che le ghiandole endocrine hanno una importante funzione regolatrice sul nostro organismo, tanto che disfunzioni di esse possono anche portare alla morte; ebbene i Chakra sono ritenuti associati alle maggiori ghiandole endocrine, le quali a loro volta gestiscono primariamente alcuni organi od apparati; nessun individuo ha i propri chakra giustamente equilibrati, infatti tale condizione è appannaggio dei pochi iniziati che si dicono maestri.

Spiegano gli alti yogi ( maestri ) che l’energia deve essere incanalata in una giusta direzione e quantità; normalmente può capitare infatti che un plesso di forza possa essere chiuso completamente o parzialmente, così da inficiare il funzionamento degli organi correlati, questo è il caso dell'ipotiroidismo; ma allo stesso tempo l’eccesso di energia può accumularsi all’interno di un chakra creando una iperattivazione delle ghiandole relative, come nell'ipertiroidismo.
Da ciò lo yoga sinteticamente spiega la natura delle disfunzioni psico-fisiche e da ciò i maestri giungono ad asserire di avere la chiave di guarigione da ogni male. Ovviamente tali forzature trovano il tempo che trovano; ma cosa ci si potrebbe aspettare concretamente?

Una pratica mediamente costante di alcune asana ( esercizi e posizioni ), dicono, è certamente rapportabile all’aquisizione di elasticità e tonicità muscolare e tendinea. I muscoli perdono la loro tensione patologica e similmente al massaggio antalgico, attenuano progressivamente la loro anomalia di funzionamento, tornando a lavorare in equilibrio con il muscolo controlaterale e con quelli sinergici. Inoltre alcune posizioni, ribaltando la condizione ortostatica del corpo, vanno a “giocare” con il circolo vascolare e linfatico; ciò aiuta la tonificazione delle vene, l’aumento del flusso sanguigno in quelle aree del corpo che, per gravità, sono solitamente poco irrorate e migliora il drenaggio delle aree congestionate.
Ma quanto detto finora è ciò che un buon frequentatore di palestre sa già di per se, eppure lo yoga arriva uno step oltre quanto ci si aspetterebbe, offrendo dei risultati che le tradizionali visioni non riescono a primo acchitto a giustificare.
Per esempio negli ultimi tempi i tennisti sembrano “impazziti” per una particolare disciplina yoga ( Bikram ) il cui segreto sembra essere l’esecuzione di alcune specifiche posizioni in una camera termica, riscaldata a 40° C. Ovviamente ciò ha una sua giustificazione fisiologica, oltre che filosofica, in quanto consente alla muscolatura di lavorare immediatamente sulla sua tonicità, evitando la lunga fase di riscaldamento. Il risultato è un allungamento delle fibre da record ed una resistenza eccezionale sotto carico.

Ma la disciplina yoga non si ferma a quanto detto; essa afferma che la vera chiave della guarigione è l’apertura o la stimolazione dei Chakra; sembrerebbe un discorso da yuppie e paranoici della dieta vegana, parlare di energia, anima, aura, eppure lo yoga è rientrato nella cultura moderna, quale eccellente riequilibratore del corpo.


Cercando ipotesi spiccatamente scientifiche, voglio azzardare un parallelismo con una branca complementare della medicina, mi riferisco alla neuralterapia: trattamento medico, ideato dal dott. Huneke, in grado di stimolare l’autoguarigione dell’organismo tramite la ripolarizzazione di aree recettoriali specifiche mediante semplici iniezioni di procaina ( un anestetico ); ebbene questa accreditata disciplina pensa che alcune disfunzioni siano dovute a delle " connessioni" che si interrompono non conducendo più la giusta energia alle aree preposte ( i messaggi elettrici sono fisiologicamente alla base dello scambio di informazioni che richiedono quali cellule o mediatori chimici far afferire in un’area malata) questo black out porta ad uno squilibrio. Anche nella neuralterapia si parla di plessi, nello specifico di quelli nervosi e volendo azzardare una forzatura, potremmo spingerci a considerare i Chakra proprio come un vortice elettro-magnetico la cui energia veicolata è quella elettrica trasportata attraverso le fibre nervose.
Non deve sembrar strano parlare di elettricità applicata alla biologia del corpo umano: il nostro organismo è come una batteria elettrica ed è capace di emanare onde elettromagnetiche a 80 milioni di cicli al secondo. In sostanza il corpo è avviluppato da un campo magnetico di dimensioni e caratteristiche variabili a seconda del soggetto ( vedi anche aura ).
Ma se quindi una semplice attività fisica, producendo un’accelerazione cardiaca, è in grado di produrre un cambiamento del campo magnetico prodotto dal cuore stesso, possiamo continuare ad ipotizzare che la stimolazione dei vari nodi energetici ( chakra ) attivata dalle posizioni yoga, possa produrre degli specifici campi magnetici in grado di esercitare un potere curativo, alla stessa stregua di quanto avviene nella moderna magneto-terapia ( il cui effetto filosofico è quello di riequilibrare i campi magnetici prodotti da un’area malata del corpo ).


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Ritornando ad elementi più concreti, scopriamo che lo yoga è una spugna contro lo stress, in grado di prosciugare le ansie e le tensioni accumulate durante il giorno; non è un’invenzione il meccanismo in base al quale un fenomeno emotivo forte ( o ripetuto nel tempo ) possa creare un effetto fisiologico. E’ il caso del bruxismo ad eziologia psicologica, ove lo stress del paziente si scarica a livello dentale, generando parafunzioni dannose.

Anche in tal caso la scienza ci spiega che la riduzione di catecolamine, responsabili dello stress e la liberazione di endorfine, dette anche ormoni della felicità, contribuiscono alla sensazione di benessere successiva alla pratica dello yoga.

Allacciandoci allo scorso articolo, si faceva riferimento a come una catena di eventi potesse innescare una serie di eventi patologici i quali, poi, andassero a generare disfunzioni posturali; ebbene si può concludere che lo yoga è un perfetto esercizio di manutenzione per il nostro organismo agendo sia a livello fisiologico: stimolando il lavoro delle ghiandole endocrine si liberano o smaltiscono sostanze la cui influenza sugli apparti sensibili è quella di un miglioramento del benessere psico-fisico ( vedi la liberazione di endorfine ); sia a livello meccanico: andando a rielasticizzare e riequilibrare distretti muscolari e aree articolari potenzialmente disfunzionali.
Proponendo un ultimo esempio si è calcolato che in media, da quando ci svegliamo a quando andiamo a riposare, la nostra colonna subisce uno schiacciamento di circa 1,5 cm. Durante le ore di riposo, lentamente gli spazi si resettano; ma cosa accade se lo stile di vita non consente questo necessario passaggio? Ecco che esercizi di riequilibrio della muscolatura vertebrale e paravertebrale, conducono ad una più rapida rigenerazione degli spazi intervertebrali.

Concludendo, non si potrà di certo auspicare a guarigioni miracolose, eppure sembra che a livello mondiale diverse siano le testimonianze positive in merito alla pratica dello yoga. Perchè non dare una chance!
Prossimamente si parlerà di alcuni esercizi base che possano decontrarre tutta la catena vertebrale, rinsaldando la base di tutta la muscolatura della testa e del collo, direttamente connesse ad alcune parafunzioni e disfunzioni cranio-madibolari.



continua...


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