riflessioni
10/14 Categoria :salute
Oggi voglio riportare una riflessione dell'Andi Pavia ( allego il link ), forse un po' lunghetta, ma d'impatto, in merito alle famigerate cliniche odontoiatriche.
Non vuol essere una critica sterile, quanto piuttosto uno stimolo di riflessione, per l'appunto.
Tanti sono i validi professionisti che lavorano all'interno di queste "aziende", eppure le dinamiche societarie, che sono dietro a tali blasonate cliniche, puntano non tanto ad un approccio sanitario, quanto ad uno meramente economico, così da poter facilmente alterare le capacità decisionali di alcuni colleghi, sfociando, in alcuni casi, in vere e proprie procedure " non necessarie" o quanto meno di "seconda scelta".
Purtroppo, colpevoli gli ordini dei medici, l'educazione sanitaria della popolazione non è mai stata considerata come elemento necessario per poter valutare, non dico le capacità, ma la professionalità del dottore che hanno di fronte.
In una società come la nostra dove l'aspetto esteriore la fa da padrona, comprendo facilmente come le aziende ( come quelle che spingono tali franchise dentali ) possano far breccia nel cuore della gente grazie alla psicologia del marketing, eppure, con un velo di tristezza vedo una professione lentamente in declino. Dove arriveremo? A vedere pubblicità di ospedali privati che propongono trapianti d'organo d'occasione?
La domanda è ovviamente esageratamente tendenziosa, eppure la professione odontoiatrica ancora stenta ad essere associata a pieno titolo nelle professioni mediche d'eccellenza, colpa di vecchi retaggi culturali e dei tanti colleghi che approfittano del proprio ruolo.
Ma credendo nel valore delle singole capacità, apprendere che tanti si orientano verso una clinica dentale, solo perché ne hanno intravisto la pubblicità su di un autobus di passaggio o solo perché si sentono gratificati da una visita gratuita è come perdere la percezione dell'atto medico cui ci si vorrebbe sottoporre.
La salute non è un oggetto che, ovunque acquistato, resta sempre tale; un dottore non offre un trattamento standardizzato al caso, ma lo deve contestualizzare alle possibilità socio-psico-economiche del paziente, un parolone che vuol dire: trattare le persone come pazienti e non come clienti.
A voi le ulteriori riflessioni.
http://www.andipavia.it/news.aspx?id=460
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